27 giugno 2009

Rainy Afternoon Dance


Caldo caldo.

Spingo la bici su per il sentiero, lo sguardo è fisso a terra ma sento l'odore di nuvole nere che minacciano acquazzone.
Cadono poche goccie, pesanti abbastanza da fare "toc" sulla visiera del casco ma non ancora da bagnare il bosco.

Arrivo in punta e mi fermo. Giro la bici, respiro profondo e ascolto.
Sono 5 mesi che non sento il silenzio.

...

Non piove più
o forse non ancora.

Slego lento la mascherina che tengo annodata al gomito e la sistemo sugli occhi. Allaccio il casco sotto il mento, muovo la testa per vedere che non sia stretto. Mi guardo prima i piedi, poi controllo i pedali con lo sguardo. Scaramanzie senza senso a cui sono affezionato.
Altro respiro profondo, schiaccio play sull'i-pod e do tre pedalate potenti.

La bici scorre veloce su sassi e radici, scivola fuori dalla curva quando lo voglio.
Smette di farlo quando lo voglio.
Il caso ha scelto i White Stripes, non male davvero.

La discesa è una danza veloce, fatta di gambe, fiato, sudore.
Dietro di me, lo immagino, si alza una nuvola di pietre e foglioline che poi ricadono lentamente sul sentiero.
Coreografia leggera di un riding duro, in un mercoledì pomeriggio che mancava da tempo.
Rilassa il cuore, schiarisce la mente.

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