29 settembre 2009

London

Londra, per me, odora di bus pieno alle 8 del mattino.
Di un fiume nero di persone con giacca, valigetta e camicia che cammina sul London Bridge ogni mattina.

Odora di 250 persone che escono ogni minuto da Liverpool Street Station e di quelle che escono dalle uscite che non vedo ma che saranno molte di piu.
Del kebab shop lì di fronte, che non l'ho mai visto chiuso, né mai visto vuoto.

Dello slalom fra le persone, una calca che soffocava i primi giorni, ora non più, rallenta soltanto, con la borsa e le spalle e le mani e le scarpe che si scontrano con chi va nell'altro senso.

Di un cappuccino con troppo latte e poca schiuma, in un bicchiere di carta che scotta, mentre salgo in ascensore.

Di un semaforo con cento e più persone che aspettano il verde, qualcuno ci prova anche a passare col rosso
, ma i bus non si fermano certo per te.

Odora del forno a microonde dell'ufficio, del cibo pieno di curry indiano di Anik e quello piccante africano di Miriam.

Odora di una metro troppo piena, del negozio turco di verdure fresche, della moquette di casa, dell'erba di un parco alla domenica, dell'acqua pulita di un laghetto, dei volantini che danno in Soho, di una passeggiata
in Covent Garden o di un sabato pomeriggio a Camden Town.
Delle bancarelle di spezzatino caraibico, spaghetti di riso e cereali del Nilo.


Del "se non ci penso io non ci pensa nessuno", spesso anche di "se molli un attimo finisce tutto". Di una lavatrice rumorosa ed un frigo che dondola se non chiudi con attenzione.
Di merenda latte e biscotti e di cene con vino dalla Georgia, usiamo la mia pasta e il tuo condimento, metti su una puntata di Malcolm in the Middle e dopo aver lavato i piatti ci vediamo un film.

Del caffè dai ragazzi al Spitafield Market che mi chiamano per nome e sanno che mi piace macchiato caldo nella tazzina di ceramica, lo zucchero lo metto io, grazie.

Odora di sere che torni a casa tardi e vedi dal bus la città e le sue luci, il London Eye e S. Paul illuminata lassù a sinistra.

E ti dici che Londra è un piatto colorato, contrastante, difficile, odioso e fantastico insieme.

2 commenti:

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